Impulsivamente. (Auto pubblicarsi con Amazon? Forse, anche no!).

Lo so, sono un ragazzo impulsivo. D’altronde a volte mi sembra di non aver altra scelta se non l’impulsività.

Potrei dire, augurarmi, che con l’esperienza e la maturità questo mio tratto caratteriale, questo mio difetto (perché questo è) vada a smussarsi o addirittura scompaia per lasciar posto a una calma saggezza e considerazione delle cose.

Senonché ho poca fiducia nel futuro. Ma questo è un’altra storia. DENNIS MEADOWS – La crescita economica e demografica è il cancro che ci sta uccidendo.

Sono passati ormai 5 anni da quando ho messo il punto finale a quella che è la mia opera più compiuta. Un romanzo. Di squarci e di isole.

DI squarci e di isole

In questi 5 anni mi sono successe e ne ho combinate di tanti colori. Ho passato tanto, tantissimo, troppo tempo nei boschi con la Rainbow Family of the Living Light. Ce ne sarebbero di cose da scrivere sulla Rainbow Family of the Living Light. La cosa più sintetica e accurata che posso adesso dire è che si tratta dell’esperimento sociale più ardito che è nato dalla controcultura americana della scena post guerra col Vietnam, post Woodstock, post rivolte studentesche del ’68.

Ne parlerò più estesamente a tempo debito.

Poi, per guadagnarmi la pagnotta, da tipico migrante del sud Italia, son trasvolato in Asia, in Tailandia e in Cina a qualificarmi e poi lavorare come insegnante d’inglese.

Nel 2018 ci ho provato a rientrare in Italia, a procurarmi, a morsi e strappi, una stanza, un angolino tutto mio e provare quest’impresa matta e disperata di far conoscere le mie opere, me sconosciuto e senza agganci, me reietto e da sempre emarginato.

La voglia di sperimentare la vita in camper e indi il bisogno (perenne) di piccioli per far diventare questa voglia (sogno, che parola enfatica) realtà, mi hanno portato in the United States of America e poi in Messico e in Guatemala.

Le foto le avete viste, in tanti, le poesie le avete lette, in pochi Poesie per l’anno nuovo.

Resta il fatto che di ritorno da quest’ennesimo viaggio di sedermi a una scrivania e annoiarmi dietro a username, password e impaginature non avevo proprio voglia: il camper (impulsivamente, ci mancherebbe) l’ho comprato, al rainbow primaverile sono andato, come una bestia mi sono innamorato, il tempo di riprendermi e un altro anno è volato.

Siamo in una decade nuova, il 2020. Ho 40 anni. Mi siedo, focalizzo e ci riprovo.

Impulsivamente (repetita juvant) tento l’auto pubblicazione di questo bene/maledetto primo romanzo dal titolo Di squarci e di isole (il titolo, concedetemelo, mi piace tanto, così evocativo) con Amazon.

È gratis, fanno tutto loro, persino l’ISBN (il codice del diritto d’autore per i libri) è gratis e sullo schermo non appare altro che avanti, avanti, avanti.

Senza star su a leggere tutte le clausole mi lascio trasportare dalla corrente, dalla navigazione sulla rete e in men che non si dica, poco meno di tre giorni, voilà, il mio libro è pubblicato in versione sia e-book che cartacea e io ci guadagno addirittura 2,89 euri con l’e-book e niente po po di meno che 2 euri e 27 con la versione cartacea.

Auguri, trionfi, gioie, disagioie e felicitazioni.

La gente, gli amici, i parenti addirittura COMPRANO il mio libro.

Vivo una gloria blanda ma non per questo meno gloriosa.

Poi comincio a capire.

Per quante sere io possa buttare curvo davanti allo schermo su Open Office (che Word non me lo posso permettere) la formattazione è una schifezza.

Quella su e-book forse è un po meglio, quella sul libro di carta lasciamo perdere, confido nel fatto che, al di là del carattere più o meno piccolo, del riporto del numero del paragrafo alla fine invece che all’inizio della pagina, tutte cose che con la letteratura non c’entrano un cazzo, ma col marketing sì (e questa parentesi apriamola solo per dire di chiuderla qui), il contenuto sia piacevole.

Difatti ricevo commenti anche entusiasti sul romanzo in se al di là della formattazione.

È inutile fare i falsi modesti, il fatto che il romanzo piaccia e che la lettura sia scorrevole, non mi sorprende per niente.

Non sarò Dostoevskij, Proust, Flaubert o Baricco ma qualche cosa da dire io di sicuro ce l’ho. E scritta bene.

Quindi niente formattazione, niente distribuzione, niente promozione, niente presentazione del libro.  Amazon, io ci provo a mandarti affanculo.

Io ci provo a vendermi a qualcun altro, in questo mondo prostituto.

Voi, vi prego, aspettate, non compratelo più tramite Amazon, il mio libro.

Ringrazio dal profondo del mio cuore le 13 persone che hanno speso i loro soldi per leggermi e spero un giorno non troppo futuro di potervi consegnare una copia di questo romanzo edito da una casa editrice più o meno seria, più o meno decente. Nel frattempo, lasciate perdere la formattazione, roba da gente noiosa e gustatevi questo romanzo, succoso e a tratti grottesco, sbavante.

Impulsivo, come me, che non è poi un così grosso difetto.

Non sono poi così male.

2 thoughts on “Impulsivamente. (Auto pubblicarsi con Amazon? Forse, anche no!).”

    1. Mi fa piacere di essere d’aiuto. Non dico di evitare assolutamente l’auto pubblicazione con Amazon. Dico di guardarsi in giro prima e, nel caso si decidesse di pubblicare con Amazon, essere consapevoli dei problemi con la formattazione, la distribuzione, la promozione e tutto il resto. Buona scrittura. E grazie per il commento.

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